Domani sera Padre Bahjat Elia Karakach al centro Tarkovskij di via Brandolino, l'incontro è organizzato da Portico del Vasaio e Comitato Nazarat.
E’ un testimone d’eccezione di quello che sta accadendo in Siria. Padre Bahjat Elia Karakach, 43 anni, siriano di Aleppo, francescano, interviene domani sera a Rimini (ore 21,15 al Centro Tarkovskij di via Brandolino) all’incontro organizzato dal centro culturale “Il Portico del Vasaio” e dal Comitato Nazarat per i cristiani perseguitati in Medio Oriente promuove, che ogni 20 del mese da oltre cinque anni propone in piazza Tre Martiri l’Appello all’Umano.
Padre Bahjat è il responsabile della comunità francescana di un convento di grande importanza a Damasco, quello dedicato alla conversione di San Paolo.
Titolo della serata è il seguente: “Siria, la lunga Guerra (2011-2019), storie e testimonianze di Cristiani”. L’appuntamento si colloca all’interno del mese missionario indetto da papa Francesco.
“La guerra mossa dalla Turchia nella zona controllata dai curdi, con tutti gli eventi connessi, ha riportato l’attenzione internazionale sulla Siria, paese chiave del Medio Oriente già martoriato da anni di conflitti. I temi brucianti dell’attualità saranno quindi affrontati dall’angolo di visuale della presenza cristiana: il religioso racconterà come vivono i cristiani la loro missione nella società siriana, e spiegherà come i cattolici di Occidente, anche a Rimini, possano favorirla e accompagnarla. Sullo sfondo, un approccio realistico alla politica interna ed internazionale di un paese, la Siria, sul quale convergono gli opposti interessi economici e geo-politici delle grandi potenze”, spiegano gli organizzatori.
Dichiara Padre Bahjat a proposito del rapporto fra cristiani e musulmani nel suo paese: “La società siriana è una società pluralista, un mosaico di culture e religioni. Noi siriani siamo quindi abituati a vivere con chi è diverso da noi. Forse non esistono livelli di dialogo teorico ma la convivenza quotidiana esiste da sempre, anche con tutte le fatiche, intendiamoci. Però non si può tacere il fatto che nell’islam c’è una corrente fondamentalista, sostenuta e alimentata da alcuni Stati arabi, l’Arabia Saudita per esempio, che purtroppo ha deformato il pensiero di molti siriani, che si sono lasciati prendere dalla volontà di annientare il diverso. Questo per noi cristiani è una sfida. Non dobbiamo vivere nella paura ma saper prendere l’iniziativa e accettare questa sfida, anzitutto essendo ‘lievito’ nella società”.
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