L'estate è alle porte, quali novità può schierare la città? La situazione dei parcheggi è migliorata? O torneremo a sperare nello shuttlemare? L'opinione di chi non si adegua all'ottimismo a buon mercato.
Evidentemente a Rimini non esistono problemi, o se qualcosa appare è solo un’impressione di chi magari crede di viverli quotidianamente. È quasi addormentata, governata da una compagine altrettanto sonnolenta che si bea delle presunte passate glorie di un cessato sindaco.
Non importa se alle soglie della stagione turistica la situazione dei parcheggi, specie quelli della marina, è rimasta disastrosamente tale all’anno precedente, o del nuovo conseguente esborso che ci attende per il carissimo, non in senso affettivo, shuttllemare. Ma neppure se si scoprono degradate strutture ricettive dove si trova di tutto, inteso nell’illecito ovviamente; pazienza.
Non esiste neanche il problema del traffico caotico figlio di una situazione ormai irrisolvibile, e di qualche zona ZTL soppressa per sopperire alle carenze di viabilità. Figuriamoci poi se interessa il fatto che in Centro continuano a chiudere attività economiche e se quelle presenti, spesso, sono di livello mediocre.
E il natante operativo che staziona quasi permanentemente al largo di Piazzale Kennedy, è ormai divenuto una normalità cittadina, accettato senza sapere quale sia il suo scopo ma, soprattutto, chi lo paga.
È divenuto consueto pure non avere un riscontro sul ritorno, anche solo in termini di visitatori reali e paganti, degli ingenti fiumi di denaro profusi per occupare la Rocca Malatestiana con un museo del tutto fuori luogo, nel vero senso della parola, o del PART in un palazzo storico come quello del Podestà; in sostanza se abbiano o meno reso risultati degni di quell’”investimento”. Come peraltro non vedere mai risolta l’annosa questione dell’Anfiteatro.
Sarebbe noioso proseguire, meglio dedicarci a cose più piacevoli. Dato che tutto ciò non esiste, allora occorre tentare di inventarsi qualcosa per cercare di movimentare la monotonia e dare un po’ di brio.
E dopo avere visto sui quotidiani locali il sindaco armato di piccone scalfire il muro retrostante la stazione ferroviaria, eccolo nuovamente in azione protagonista nel taglio del nastro per l’inaugurazione di uno dei tanti bar cittadini, mobilitato per l’arrivo di un noto artista musicale tanto da affermare che “per la nostra città quella del 2 giugno sarà sicuramente una bella giornata di festa”, o ritratto sdraiato su una brandina al mare in una bella giornata di sole per mostrare uno stabilimento balneare prematuramente aperto.
Rimini è così; governata come un paesotto di provincia che campa di cose piuttosto effimere e leggere, dove i problemi reali sono assenti perché tutti risolti da una politica “virtuale” che poco ha a che vedere con la realtà.
Sarebbe invece l’ora, potendo contare su tutti i presupposti necessari e su una storia solida e generosa, che crescesse nel vero senso della parola, che divenisse veramente quella città che vorrebbe essere, e che questo processo fosse posto in atto da una politica adeguata e preparata. Senza ideologie, dialogica, e con una chiara e precisa visione del futuro.
Diversamente continueremo a sonnecchiare, anche sbadigliando nel leggere quelli che ci vengono irrorati come fatti salienti, tanto per far dimenticare quelli reali a coloro che invece per qualche motivo li avvertono: sarà per suggestione?
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