Siamo in pieno caos normativo, creato da leggi e leggine emanate a partire dal 1990, che hanno messo in ombra il Codice della Navigazione col quale si era amministrato il demanio marittimo in maniera molto più lineare.
Giorni fa leggevo la sentenza del Tar Toscana postata e commentata dall’avvocato Roberto Biagini, dove dei concessionari uscivano perdenti. Giorni prima avevo letto di un’altra sentenza relativa ad un concessionario balneare, difeso gli avvocati Paoletti e Nesi, che ha messo al tappeto l’Agenzia del Demanio.
Non voglio certamente entrare nel merito delle sentenze, ma riflettere sul caos normativo creato da leggi e leggine emanate a far data dal 1990, quando la politica ha deciso di prendersi la gestione delle spiagge, che ovviamente per poter affermare tutto e il contrario di tutto ha pensato bene di annullare le norme chiare, puntuali ed organiche del Codice della Navigazione del 1942 con cui si era amministrato il demanio marittimo per circa cinquant’anni.
L’esempio più lampante di questa fase, fu quando si introdusse nel codice il “diritto di insistenza”, che praticamente faceva diventare il concessionario una specie di proprietario della sua concessione, articolo eliminato solo grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale.
Altri esempi importanti di questi assurdi tuttora vigenti sono:
– canoni uguali per tutta Italia, come dire che un appartamento di stessa metratura paga lo stesso affitto indipendentemente che si trovi a Milano o a Roccacannuccia;
– il caos completo espletato nei contratti di concessioni pluriennali dove il canone annuale non tiene più conto dell’investimento, diventando anche aleatorio, in quanto essendo solo il risultato di una tariffa, lo Stato può aumentare quando e come vuole la tariffa stessa. Finendo anche per fare l’esatto contrario di quello che andrebbe promosso per attirare interventi di qualità e nella certezza contrattuale;
– il caos creato dall’assenza di un controllo statale sul modus operandi amministrativo delle Regioni, le quali si sono messe a legiferare su aspetti al di fuori delle loro competenze. Leggevo ad esempio della Regione Toscana che sull’annosa questione della “facile e difficile rimozione” fa riferimento alla permanenza in loco del manufatto.
E’ una babele. Attendiamo di riaprire l’ombrellone.
Giulio Grillo
COMMENTI