Sorpresa, la holding del Comune svaluta la partecipazione in Rimini Congressi

Sorpresa, la holding del Comune svaluta la partecipazione in Rimini Congressi

In base agli stessi dati oggettivi l'amministratore unico di Rimini Congressi ha deciso di non procedere «ad alcuna svalutazione per perdita durevole del valore iscritto a bilancio», mentre il "collega" di Rimini Holding ha rinvenuto una «perdita durevole di valore».

Rimini Holding è il “salvadanaio” del Comune di Rimini. L’amministrazione comunale decide di metterla in pista nel 2010, per conferirvi le partecipazioni societarie in capo a Palazzo Garampi, inizialmente quattordici, poi scese di numero. Per capirci, Rimini Holding percepisce dividendi da Amir, Romagna Acque ed Hera, in questi ultimi due casi si parla di soldoni: derivano dagli utili che hanno origine dalle bollette pagate dagli utenti. Partiamo da qui, dal “parco partecipate” di Rimini Holding, come risulta dall’ultimo bilancio della società:

Anthea srl: quota della partecipazione detenuta 99,98%, valore della partecipazione € 7.804.170;

Amir spa: quota della partecipazione detenuta 75,30%, valore della partecipazione € 35.865.865;

Centro Agro Alimentare Riminese – C.A.A.R spa consortile: quota della partecipazione detenuta 59,50%, valore della partecipazione € 5.511.191;

Hera spa: quota della partecipazione detenuta 1,24%, valore della partecipazione € 28.398.345;

Rimini Congressi srl: quota della partecipazione detenuta 31,81%, valore della partecipazione € 38.016.066

Riminiterme spa: quota della partecipazione detenuta 5%, valore della partecipazione € 147.128

Romagna Acque – Società delle Fonti spa: quota della partecipazione detenuta 11,94%, valore della partecipazione € 46.926.690;

Start Romagna spa: quota della partecipazione detenuta 21,98%, valore della partecipazione € 6.514.915.

Il totale del valore della partecipazione ammonta ad euro 169.184.371.

Ci siamo occupati di recente di Rimini Congressi approfondendo il tema del «soccorso finanziario» che si è reso necessario.
L’esercizio 2021 per Rimini Holding si è chiuso con un utile molto risicato, 51.150 euro, mentre nel 2020 era stato di 4.228.517 euro. I diversi risultati derivano dalla riduzione dei dividendi, che nel bilancio precedente all’ultimo approvato erano di 5.658.424 euro, e dalla svalutazione della partecipazione in Rimini Congressi di 3.068.000 euro. Avete lette bene, svalutazione, che vedremo tra un attimo. Arrivati a questo punto, va aperta una finestra sulle partecipazioni che coinvolgono Italian Exhibition Group (IEG).

Rimini Congressi è socio al 49,29% in IEG, la cui partecipazione nel bilancio 2021 è stata valutata in 64.849.833 euro. Invece Rimini Holding possiede una partecipazione (gli altri soci pubblici sono la Camera di commercio della Romagna e la Provincia di Rimini) del 31,81% in Rimini Congressi, valutata nel bilancio 2021 in 38.016.067 euro.
Italian Exhibition Group a seguito degli effetti della pandemia deve fare i conti con alcune difficoltà e attraversa una fase delicata, come rivelano l’andamento della quotazione in borsa e il necessario aumento di capitale di Rimini Congressi pari a 3,5 milioni di euro per poter pagare le rate di mutuo alle banche, in quanto sono venuti meno gli utili di IEG ed è previsto che si torni a distribuire i dividendi ai soci nel 2025. Occorre ricordare che la quotazione in borsa di IEG, giugno 2019, fu proprio finalizzata al reperimento di risorse a Rimini Congressi, ma il Covid ha messo il bastone tra le ruote.

L’Amministratore unico di Rimini Congressi, Marino Gabellini, nella nota integrativa al bilancio 2021, che reca la data del 24 giugno scorso, scrive testualmente: «La Vostra Società, al 31 dicembre 2021 e ad oggi, detiene n. 15.213.126 azioni, rappresentanti il 49,29% del capitale sociale di Italian Exhibition Group S.p.A.: ciò significa che il valore medio di ciascuna azione, iscritto a bilancio, corrisponde a circa Euro 4,26 per azione. Benché alla data (12 luglio 2022, e in seguito il valore è sceso, ndr) di predisposizione del presente bilancio, il titolo IEG abbia una quotazione di Euro 2,30, più bassa rispetto al prezzo di avvio della quotazione in Borsa nel giugno 2019, pari ad Euro 3,70, ed al massimo raggiunto in data 30/04/2021 di Euro 3,50, e che, pertanto, il controvalore puntuale dell’intera partecipazione posseduta da Rimini Congressi ammonterebbe al 31 dicembre 2021 ad Euro 34.990.199, si è deciso di non operare alcuna svalutazione della stessa, ritenendo che la perdita non sia da considerarsi duratura, in quanto frutto del momentaneo effetto negativo provocato dalla pandemia mondiale Covid-19, la quale ha particolarmente colpito il settore fieristico-congressuale». Tenendo anche conto che: «Rimini Congressi esercita il controllo della società IEG, per effetto del voto maggiorato; all’esercizio del controllo può essere attribuito un “premio” (che la dottrina quantifica in circa il 20-25%); il prezzo di quotazione ha margini di miglioramento, testimoniati dalla seppur timida ripresa avutasi nel corso dei primi mesi del 2022 e dalla previsione che l’attività fieristica e congressuale possa esplicarsi interamente dal secondo semestre 2022. Per quanto appena detto, risulta che la sopraccitata potenziale perdita di valore, verificatasi in pieno periodo di c.d. “lockdown” e proseguita a causa delle chiusure forzate imposte dal Governo del corso del 2021, non abbia le caratteristiche per essere considerata una perdita duratura di valore e, conseguentemente, tenuto conto di quanto statuito dai principi contabili applicabili, non si è proceduto ad alcuna svalutazione per perdita durevole del valore iscritto a bilancio».

Però, mentre l’amministratore unico di Rimini Congressi in base a queste valutazioni ha deciso di non svalutare la partecipazione in IEG, il suo “collega” amministratore unico di Rimini Holding, Paolo Faini, la pensa diversamente ed ha operato una svalutazione della partecipazione in Rimini Congressi per 3.068.000 euro. Il motivo? «La società Rimini Congressi evidenzia, nel progetto di bilancio, una perdita d’esercizio che nel 2021 è stata di euro 1.639.812 (nel 2020 era stata di euro 2.427.124), causata principalmente dai danni provocati dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 al settore fieristico congressuale, nel quale opera IEG, controllata da Rimini Congressi con il 49,29% del capitale sociale ed il 55,86% dei diritti di voto, emergenza che determinerà, ragionevolmente, che IEG proseguirà anche nei prossimi anni la propria politica di non distribuzione di dividendi, già attuata negli esercizi 2020 e 2021, e che pertanto Rimini Congressi non sarà in grado di conseguire, nell’immediato futuro, risultati economici positivi».
Quindi viene dato atto che «l’amministratore unico di Rimini Congressi nel progetto di bilancio 2021 evidenzia di non avere svalutato la partecipazione in IEG», nonostante il forte calo del valore della quotazione del titolo azionario registrata nel 2020, in parte persistito anche nel 2021, perché «non è stato ritenuto durevole, come confermato anche dal fatto che, ad oggi, il valore del titolo si è parzialmente ripreso». Eppure, spiega Faini, «alla luce di tutto quanto sopra esposto, si ritiene opportuno e prudenziale che Rimini Holding proceda ad “allineare” la valutazione di IEG fatta, nel proprio bilancio, dalla partecipata RC, valutando quindi la partecipazione detenuta in Rimini Congressi al (minore) valore della frazione del patrimonio netto della stessa RC detenuta, iscrivendo, quindi, una svalutazione corrispondente al differenziale fra il costo di precedente iscrizione della partecipazione e la frazione di patrimonio netto rettificato, rappresentando detta svalutazione una perdita durevole di valore».
Per Rimini Congressi non saremmo in presenza di una perdita durevole di valore, mentre per Rimini Holding sì.

Rimini Holding con l’approvazione del bilancio 2021 ha nominato quale suo amministratore unico Marco Tognacci (perché giunti a scadenza gli organi in carica, compreso il collegio sindacale e la società di revisione), che ha preso dunque il posto di Faini. Tognacci è stato membro del collegio sindacale di Rimini Congressi che, come abbiamo visto, non ha svalutato la partecipazione in IEG, ed ora, nei panni di amministratore unico di Rimini Holding, eredita la decisione della svalutazione.
L’assemblea ordinaria di Rimini Holding si è svolta il 14 luglio scorso alla presenza dell’assessore alle partecipate del Comune di Rimini, Moreno Maresi. Nella stessa seduta è stata anche svalutata la partecipazione in Riminiterme per circa 21mila euro, «pari al 5% della perdita “presunta” conseguita nell’esercizio 2021, pari a 424.000 euro», ritenendo anche in questo caso «che tale svalutazione rappresenti una perdita durevole di valore».
Per quanto riguarda l’aumento di capitale di Rimini Congressi si attende il pronunciamento della Corte dei conti. E’ nota ad oggi la disponibilità al versamento della quota di Rimini Holding che non presenta problemi, in quanto le risorse necessarie di cui dispone derivano dalle bollette pagate dagli utenti. Da Amir (€ 255.962), Hera (€ 2.035.723) e Romagna Acque (€ 1.128.374), piovono dividendi su Rimini Holding di quasi 3,5 milioni. Si tratta semplicemente di un trasferimento di risorse, incamerate dagli utenti dei servizi pubblici, al sistema fieristico congressuale che ha bisogno di un «soccorso finanziario». Resta da discutere se sia questo il modo migliore per impiegare le risorse pubbliche soprattutto in un momento di grossa difficoltà legata all’impennata dei costi di gas ed energia elettrica che appesantisce e rischia di fare arrivare l’acqua alla gola a famiglie e imprese.

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