«Chi è costretto per lavoro a relazionarsi con gli apparati pubblici, come succede agli imprenditori e ai liberi professionisti, sa bene che le lungaggini burocratiche, di già inaccettabili, sono diventate ancor più intollerabili». Pubblichiamo l'intervento che Mauro Ioli ha postato sulla sua pagina Facebook. «Se è davvero guerra, va combattuta tutti insieme, senza tentennamenti e con spirito patriottico. Senza imboscati, senza tanti rifugiati in casa propria, mentre tanti altri rischiano quotidianamente in prima linea».
Siamo in guerra contro il Covid-19. Ce lo stanno ripetendo da tempo e noi non dubitiamo che sia proprio così. Se è davvero guerra, va combattuta tutti insieme, senza tentennamenti e con spirito patriottico. Senza imboscati, senza tanti rifugiati in casa propria, mentre tanti altri rischiano quotidianamente in prima linea, sul fronte, a contatto con l’infido e subdolo nemico. E non mi riferisco solo agli eroici addetti della Sanità. Fuori di metafora: i dipendenti del pubblico impiego, cioè gli iper garantiti degli apparati pubblici, debbono recarsi al lavoro presso le sedi di rispettiva competenza. Nel rispetto del prescritto distanziamento!
Questa storia del lavoro agile (agile poi per chi?) deve avere un limite. In guerra tutti debbono fare del loro meglio, affrontare le difficoltà e il nemico nell’interesse della Comunità e del Paese. Ancora in altre parole: l’efficienza o la produttività della pubblica amministrazione è già da sempre carente, soprattutto in alcune parti del Paese e in diversi settori degli apparati statuali. Con il Covid-19 e con il cosiddetto smart working, i già ridotti livelli produttivi sono ulteriormente calati. Qualcuno vuole farci credere esattamente l’opposto, ma chi è costretto per lavoro a relazionarsi con gli apparati pubblici, come succede agli imprenditori e ai liberi professionisti, sa bene che le lungaggini burocratiche, di già inaccettabili, sono diventate ancor più intollerabili.
Le associazioni imprenditoriali, gli Ordini professionali e le categorie dei lavoratori liberi e indipendenti debbono rivendicare la presenza dei dipendenti pubblici nelle sedi deputate, negli uffici che sono stati loro assegnati. I pubblici dipendenti dovrebbero presidiare quei luoghi pubblici al servizi dei cittadini, aumentare le presenze presso le assegnate sedi istituzionali, rendere evidente lo sforzo pubblico a favore di chi tenta di mantenere i livelli occupazionali, il lavoro e l’intrapresa. Invece ci troviamo gli uffici pubblici vuoti o semivuoti del personale dipendente, la burocrazia che ammorba ogni iniziativa e i telefoni dei pubblici servizi che squillano a vuoto. Così non va! E lo ha chiarito anche Massimo Cacciari: “Voglio dire ai miei colleghi dello Stato e del parastato, prima o dopo arriveranno a voi, per forza. E io spero che ci arrivino presto, perché è intollerabile che questa crisi la paghi metà della popolazione italiana”.
Se è davvero guerra va combattuta con tutte le forze in campo o, meglio, ciascuno nel proprio posto di lavoro (di combattimento). Con coraggio!
Fotografia di Junjira Konsang da Pixabay
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