Bicicletta, Shuttlemare e navetta per raggiungere la spiaggia. E il miraggio di un certo numero di posti auto che prenderà forma in futuro. E agli emiliani abituati a pranzare a Rimini e a godersi qualche ora di mare prima di tornare a casa chiediamo che ci raggiungano con il monopattino per risolvere il problema di dove lasciare le quattroruote? E' arrivato al pettine il nodo della mancata programmazione di una mobilità e di una sosta degni di una grande città turistica.
E’ la batutta che ha fatto un mio amico dopo aver letto l’intervista all’assessora Roberta Frisoni in merito al caos che si è creato nella zona mare in corrispondenza dei tre tratti dei nuovi giardini sul lungomare.
L’assurdo di fondo è presto detto: un pubblico amministratore, che dovrebbe essere impegnato a dotare la città di infrastrutture per la mobilità – fra le quali rientrano i parcheggi pubblici di interscambio, quelli di destinazione ai servizi ed alle attrezzature urbane, a servizio della residenza e delle attività commerciali, eccetera eccetera – pensa di potersela cavare affermando che al mare bisogna andarci in bicicletta o con le navette. Probabilmente non si rende nemmeno minimamente conto che nei fatti dichiara l’incapacità dell’amministrazione comunale di saper creare quei presupposti alternativi che sarebbero stati necessari eseguire preventivamente. Cioè ammette platealmente che in materia di parcheggi pubblici, ma aggiungerei più in generale di mobilità, l’amministrazione è venuta meno ai propri doveri di programmazione. Improvvisazione al potere, appunto.
Una verità che si conferma per bocca della stessa assessora, che tira fuori il miraggio di nuovi parcheggi che risolveranno i problemi, purtroppo però senza alcun fondamento concreto, essendo tutti privi di finanziamenti, ma anche di una autentica progettazione se si parla di quelli più consistenti.
Non è un caso che si stiano levando tante e continue voci critiche sul tema, che però purtroppo gridano nel deserto perché da anni manca una attenzione degna della gravità della situazione e ormai sarà anche difficile colmare le lacune in tempi ragionevoli. Perché avere qualche centinaio di posti auto fra cinque anni probabilmente significherà arrivare troppo lunghi.
L’estate 2022 rischia di diventare una Caporetto da questo punto di vista, perché le aree pedonalizzate aumentano, ma non gli stalli, perché si è cominciato dall’arredo anziché dalla pianificazione d’insieme, senza tenere conto della raggiungibilità del lungomare e di dove lasciare il mezzo di trasporto.
La debolezza della “toppa” illustrata dall’assessora appare poi del tutto evidente se si pensa al bacino turistico di Rimini. Gli emiliani che nel weekend prendono l’auto, e non il treno, per sedersi al tavolo del loro ristorante preferito in riviera e godersi una giornata di sole per poi tornare in città, per fortuna sono ancora tanti. Vogliamo fidelizzarli dicendo loro che devono muoversi con lo Shuttlemare? Oppure vogliamo invitarli a scendere a Rimini col monopattino elettrico?
La logica che traspare dalle parole della Frisoni ma di un po’ tutta la giunta attuale e passata quando si occupa di questo spinoso argomento, sembra avere come orizzonte il pubblico riminese dello spritz, dimenticando che la ricchezza arriva dall’esterno, dal turismo italiano e straniero, che senza le dovute infrastrutture legale alla mobilità è destinato ad abbandonare Rimini.
Va poi ricordato che i parcheggi sono solo una parte del problema: la viabilità sulla litoranea senza un minimo di previsione di stalli per chi non può certo muoversi in bicicletta, penso ad esempio a quelli che trasportano merci e/o forniscono servizi, compresi i pullman che trasportano i turisti negli alberghi, i quali dovendosi fermare in mezzo alla strada, finiranno per completare quello che sempre più assume i contorni di un vero e proprio girone dantesco, fatto anche di smog, disagi e forse incidenti stradali.
Fatto questo quadro, credo sostanzialmente inconfutabile, chiediamoci quale sarà il responso di chi era abituato a venire in vacanza a Rimini, che notoriamente non viene scelto dagli amministratori riminesi, ma che ha però la prerogativa di scegliere dove andare in vacanza.
Giulio Grillo
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