Il 12 dicembre al Teatro degli Atti.
Secondo Vittorio Sgarbi è «una leggenda in carne e ossa, tutt’altro che un’invenzione letteraria». Alfonso Berardinelli l’ha incorniciato come «un mosaico di caratteri russi, un esteta con spiccate tendenze delinquenziali» e Roberto D’Agostino si è mantenuto leggero: «fascista, genio assoluto e perfetto stronzo». Per Eduard Limonov, pseudonimo di Eduard Veniaminovič Savenko, le definizioni si sprecano e proprio per questo è meglio interromperle subito.
La notizia è che il 12 dicembre sarà a Rimini al Teatro degli Atti (ore 17) per parlare del suo Il boia in un dialogo con l’editore Sandro Teti, il direttore di Pangea Davide Brullo (entrambi organizzatori dell’evento con la collaborazione del Comune), lo scrittore Nicolò Locatelli, ma in programma ci sono anche le letture di Silvio Castiglioni.
Se sia uno scrittore “che scortica” (Davide Brullo), il più geniale scrittore russo vivente o semplicemente molto bravo a costruirsi una sporca leggenda, puntellandola di provocazioni bislacche, sesso (Il boia l’autore l’ha così descritto: “il mio romanzo è il primo nella letteratura mondiale ad aver presentato il sadomasochismo in modo letteralmente serio”), politica (ha fondato il partito nazional-bolscevico russo e per non farsi mancare niente dirige un piccolo quotidiano che s’intitola come una bomba a mano, “limonka”), belle donne, carcere, esibizionismo variamente condito, è questione aperta.
In occidente è diventato famoso grazie al libro di Emmanuel Carrère, che ovviamente Limonov ha stroncato: «Non l’ho mai letto. L’ho lasciato perdere dopo poche pagine. Quello che ha fatto per me è un bene. È come se avesse resuscitato uno scrittore morto. Ma sbaglia da morire. Il suo libro è solo una raccolta delle sue idee bourgeois su uno scrittore russo. Usa il mio nome e alcune delle storie che ho raccontato nelle mie autobiografie romanzate, ma non è la mia vita».
Intervistato da Davide Brullo, alla domanda quale libro ha cambiato la sua vita, ha risposto: “Non sono stato influenzato dai libri, mi ha influenzato la vita. La mia vita”. Limonov a Rimini merita l’incontro, almeno per cercare di capire se ci sia vita dietro l’eccentrico.
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