La rivoluzione gentile di Gloria Lisi

La rivoluzione gentile di Gloria Lisi

Inaugurata in zona stazione la sede del comitato elettorale della candidata sindaca. Che si muove in un delicato equilibrio fra il decennio che si chiude e un futuro tutto da immaginare.

Questa mattina Gloria Lisi ha inaugurato la sede del suo comitato elettorale in una delle zone più “problematiche” della città, quella della stazione, che seppure interessata da un nuovo look e da una altrettanto nuova viabilità (che ha appesantito i problemi di sempre anziché risolverli), mostra i non pochi punti deboli che contraddistinguono le periferie. Se si esclude l’insediamento dell’Artrov, che ha innestato gli anticorpi della socialità (da un certo punto di vista anche della legalità) e portato un po’ di luce e di vita in un territorio spesso in mano a sbandati, l’area in questione è il volto “parlante” di una città che mentre si racconta già incamminata verso un nuovo rinascimento, fatica invece ad uscire dalle secche e anche quando investe molti denari nella riqualificazione, lo fa col fiato corto e con poca visione.
L’ex vicesindaca alla quale Gnassi ha ritirato le deleghe lo scorso 19 luglio, perché ha osato togliere il sostegno a Jamil Sadegholvaad dopo il pateracchio del “tandem” imposto da Roma, criticare l’imbarazzante gestione delle candidature da parte del Pd, scegliendo alla fine di correre in autonomia, è in questa parte zoppicante di città che ha deciso di piantare le basi della propria campagna elettorale.
Ormai il suo linguaggio politico è quello di una candidata che ha rotto i ponti con amici e compagni che hanno condiviso con lei un decennio. Mantiene però l’orientamento nell’alveo del centrosinistra e lo fa anche utilizzando uno slogan “navigato”: sul manifesto elettorale campeggia, oltre a «la forza delle persone», anche «la rivoluzione gentile», un claim portato nell’agone politico dall’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia.

La sfida di Gloria Lisi si giocherà quasi tutta sulla scommessa, non facile, di riuscire ad intercettare un elettorato di centro e di sinistra deluso da un certo dirigismo “padronale”, convincendo «i riminesi che la nostra proposta alternativa e democratica è costruita, tra la gente, per rilanciare il futuro della nostra città, per costruire, coinvolgendo le persone, programmi comuni», come ha detto questa mattina. Si tratterà di capire se quanti avranno in mano la possibilità di scegliere infilando la scheda nell’urna, la percepiranno come una che ha “tradito” o come una nuova chance. A occhio e croce, però, continuando a rilanciare temi cari alla sinistra, rischia di finire in un cono d’ombra, spingendo gli elettori fra le braccia della sinistra con le bandierine, i simboli e il radicamento pluridecennale nelle stanze del potere.
Lei è convinta che il suo contributo di idee e valori «faranno bene alla città» e che il «percorso civico» imboccato abbia i connotati di una casa «in cui ciascuno può ritrovarsi senza rinnegare la propria identità politica o culturale, senza porre aprioristiche censure, un percorso che punta ad aggregazioni ampie e trasversali».
«Siamo sempre più convinti che questa città sente forte il bisogno di una nuova stagione di sviluppo e di crescita economica e sociale, libera finalmente dai paradigmi dell’ideologia, della militanza e dell’appartenenza». Ha utilizzato queste parole Gloria Lisi tagliando il nastro della sede del comitato elettorale di piazzale Cesare Battisti 134. Che in passato ospitava attività lavorative ed ora si trova, come tante altre vetrine, vuota.
In risposta al segretario del Pd Filippo Sacchetti, ha sostenuto che «non sono stati certamente il rancore o la ripicca, come i nostri competitori vogliono fare credere, all’origine della mia scelta a candidarmi. Atteggiamenti che, come sa bene chi mi conosce, non mi appartengono. Lascio a loro il fango e il veleno. Io andrò avanti usando solo e semplicemente il confronto, il dialogo e l’incontro».
«Mi sono candidata perché ho sentito necessario fare un passo avanti, assumermi la responsabilità di rappresentare quella parte della nostra società che si riconosce nei valori della solidarietà, dell’impegno cattolico e civile, della cooperazione sociale», ha spiegato. «Di quella parte della città che ha messo e mette sempre al centro dei suoi valori la persona, con i suoi bisogni e le sue fragilità, l’economia sostenibile e i suoi percorsi di eccellenza e di responsabilità sociale, il benessere e la salute di tutti, ed in particolare dei nostri anziani, la solidarietà dell’inclusione, il rispetto delle regole e la partecipazione attiva dei cittadini nelle scelte. Quella parte della città che per tanto, troppo tempo ha interpretato solo un ruolo ausiliario, prigioniera dell’egemonia di una sinistra padrona che paradossalmente non ha permesso il coinvolgimento di tutti, anche di chi la pensa diversamente. O che non si è mai voluta o potuta riconoscere nelle miopi tesi del sovranismo e del nazionalismo radicale di questa destra che costantemente litiga e si divide».
Gli altri tasti toccati sono stati quelli della «coalizione inclusiva» rivolta a «tutte le persone perbene che vogliono costruire una Rimini più efficiente, più solidale, più ricca e più bella, capace di nuovo di interessarsi al tema della rappresentanza politica e delle istanze ambientali ed ecologiste» e della «città competitiva capace di garantire lo sviluppo economico». Rimini «capitale dei giovani e per i giovani, oggi invece, in troppi se ne vanno via».
Ha introdotto anche qualche distinguo rispetto al sindaco uscente («la stagione di una sola persona al comando è finita. Fa parte del passato di questa città. La parola “sindaco” ha origini greche ed è composta da due parole: “insieme” e ” giustizia”. Un Sindaco è, quindi, colui che amministra in modo giusto»), cosa che non aveva fatto nella sua prima uscita pubblica.
«Voglio essere a capo di una squadra, coltivare la virtù dell’umiltà per ascoltare i cittadini, gli imprenditori, chi affronta e si confronta con i problemi quotidiani di una città complessa, difficile, esigente». Si è detta certa «che nella campagna elettorale che prende il via oggi otterremo grandi consensi» ha detto. «Ogni nostro sforzo sarà concentrato per entrare nelle case dei riminesi e nei loro cuori. Lo faremo con sobrietà, educazione e gentilezza, insieme all’autorevolezza delle nostre esperienze che metteremo al servizio dei cittadini. La nostra non sarà solo strategia. Io credo, noi crediamo, nelle istanze delle brave persone, credo anche che la politica buona esista, che in politica torni a contare l’onestà intellettuale e il rispetto».

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