Gli alpini conquistati dall’irresistibile binomio Riviera & San Marino

Gli alpini conquistati dall’irresistibile binomio Riviera & San Marino

L'offerta ricettiva che la Riviera è in grado di mettere in campo ha avuto un suo peso. Ma il ruolo giocato dalla Repubblica di San Marino è stato importante nella scelta di Rimini quale città della adunata 2020 delle penne nere. Un binomio, quello fra la Riviera e il Titano, che spesso viene sottovalutato in casa nostra, mentre una grande organizzazione come quella degli alpini ha colto perfettamente le potenzialità e la ricchezza della abbinata. Intervista al generale Renato Genovese, responsabile delle manifestazioni nazionali dell'Ana.

Renato Genovese

Che cosa ha pesato di più nella scelta di Rimini come sede della 93esima adunata nazionale degli alpini (7-11 maggio)? Si è detto l’imbattibile offerta ricettiva che la Riviera è in grado di mettere in campo. Ma non bisogna sottovalutare il ruolo giocato dalla Repubblica di San Marino, come spiega in questa intervista il responsabile delle manifestazioni nazionali dell’Ana, generale Renato Genovese. Un binomio, quello fra Riviera & San Marino, che spesso viene sottovalutato in casa nostra, mentre una grande organizzazione come quella degli alpini ha colto perfettamente le potenzialità e la ricchezza della abbinata italo-sammarinese.
Adesso tutta l’Associazione Nazionale Alpini è al lavoro per l’adunata del prossimo anno, che si tiene a Milano. Ma a breve arriveranno novità anche per quella di Rimini.

Prima domanda: quali sono i passi organizzativi attesi in vista del 2020?
Dopo la decisione del consiglio direttivo (10 novembre, ndr), che ha scelto Rimini quale città che ospiterà l’adunata del 2020, verrà designato un rappresentante del consiglio nazionale quale presidente del comitato organizzatore dell’adunata stessa, che sarà formato anche da alcuni membri della sede nazionale, e poi ci sarà naturalmente tutto l’apporto della sezione ospitante, che è la bolognese-romagnola.

Qual è il lavoro che ha preceduto la scelta di Rimini?
Per l’adunata di Rimini, come per tutte le altre, viene attivata una commissione, che è presieduta da me, che ha lo scopo di fare le ricognizioni nelle città che si candidano. Per l’adunata del 2020 c’erano Firenze, che poi si è ritirata, Torino, Verona e Rimini. La commissione, composta da consiglieri nazionali ed eventualmente da altri che si ritiene possano partecipare, si reca sul posto, visita le singole città e valuta che abbiano le caratteristiche per poter ospitare un evento come il nostro, il più importante della Associazione Nazionale Alpini.

Caratteristiche di quale tipo?
Storiche, geografiche, economiche e così via, c’è tutta una checklist da seguire. Ha molta importanza anche la disponibilità delle amministrazioni locali, senza la quale è inutile fare l’adunata in una determinata città. Dopo di che si redige una relazione, che nel caso di Rimini è stata proposta nel mese di settembre al consiglio nazionale per una prima discussione. Sabato 10 novembre i presidenti delle sezioni delle città interessate all’appuntamento del 2020, hanno esposto al consiglio direttivo le motivazioni per le quali chiedevano l’adunata e si è proceduto con la votazione segreta. E’ l’unico caso in cui viene fatta una votazione segreta, tutte le altre sono palesi.

Si è letto comunque che sono stati 14 voti su 24 a favore di Rimini.
Con tre città partecipanti si pensava che si sarebbe andati al ballottaggio, invece c’è stata da subito una maggioranza schiacciante per Rimini-San Marino.

Che cosa ha pesato di più nella scelta di Rimini?
Beh, questo andrebbe chiesto a tutti coloro che hanno votato…Sia Torino, che Verona che Rimini avevano tutte le caratteristiche per essere scelte. Rimini ha dalla sua che sicuramente non è mai stata fatta una adunata nella vostra città, oltre ad una notevole capacità di accoglienza… L’Ana si suddivide in quattro raggruppamenti: Nord Ovest, Centro Nord, il Triveneto e il resto d’Italia. L’apertura verso tutti gli altri raggruppamenti che sono minoritari in termini numerici rispetto al nord Italia, è per noi molto importante. Per questo vengono fatte adunate un po’ su tutto il territorio nazionale, comprese Bari, Catania, Roma, Latina, se si va indietro nel tempo anche a Tripoli. L’Ana è italiana, non di una parte dell’Italia.

E il ruolo di San Marino quanto ha influito? Con il coinvolgimento della piccola Repubblica l’adunata del 2020 assume anche una valenza internazionale.
Sì. Sono stato a San Marino insieme alla commissione e abbiamo ricevuto un’ottima accoglienza e una piena disponibilità. Il coinvolgimento di uno Stato estero, che avviene per la prima volta, dà lustro alle caratteristiche della nostra adunata. Inoltre, San Marino è uno Stato a sé però inserito nel tessuto locale e internazionale al contempo. E’ una peculiarità davvero unica e molto significativa.

Si è letto che sono attese oltre un milione di persone a Rimini: è un numero reale?
Nessuno di noi ha parlato di un numero del genere. Normalmente sono 500mila: 70-80 mila sfilanti la domenica, e nel complesso dei due giorni si parla di un afflusso di circa 500mila persone fra alpini, familiari e pubblico. I numeri mediamente sono stati questi negli ultimi anni e anche a Milano nel 2019 dovrebbe essere così. Poi dipenderà anche dalle condizioni meteo… Di solito siamo fortunati anche da questo punto di vista, speriamo di esserlo anche prossimamente.

Le vostre adunate hanno un tema, quale sarà quello di Rimini?
E’ in fase di elaborazione: il motto viene dettato dalla sede nazionale e sarà ripreso da tutte le altre sezioni che nei loro striscioni dovranno rifarsi a questo motto.
Lo scorso anno a Trento fu  “Per gli Alpini non esiste l’impossibile”. Per Milano sarà “100 anni di coraggioso impegno”. Per Rimini verrà coniato un altro motto.

Quando sarà pronto?
Penso che verrà deciso a dicembre, poi dovrà essere approvato dal consiglio direttivo nazionale, siamo in fase di studio…

Una pista?
Non gliela posso dare. E’ prematuro. Abbiamo scelto da poco il manifesto e la medaglia commemorativa per l’adunata di Milano…

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