La "Giulio Cesare" purtroppo si svuota, che ne sarà della caserma e della statua donata dal Duce alla città di Rimini? Immagini e video della toccante cerimonia di commiato.
Giornata impegnativa, quella di ieri, per Giulio Cesare. Alle 18, dall’alto del piedistallo ha assistito alla cerimonia in armi di commiato del 2° gruppo del 121° Reggimento Artiglieria Controaerei dalla caserma che lo ospita da 83 anni, mentre la sera alle 21 presso l’Arena “Francesca da Rimini” a Castel Sismondo la sua più amata e fedele legione, la XIII Gemina, ancora una volta ne ha puntualmente onorato la memoria.
Ma andiamo con ordine: cominciamo dal pomeriggio. Ebbene, il glorioso 2° Gruppo del 121° si è accomiatato ieri dalla città di Rimini. Sarà quest’ultima a farsi carico dei 70.000 metri quadrati dell’area? Ancora non è dato saperlo, ma a suo tempo il Sindaco Gnassi ha avanzato l’ipotesi che Rimini potesse acquisirla. Si dovrà riconsiderarne la fattibilità con il nuovo ministro dell’Interno.
Tornando alla manifestazione, va detto che era aperta al pubblico e che a tratti è stata toccante anche per le parole pronunciate dal Comandante, il Tenente Colonnello Luca Vigna Taglianti che ha guidato la Giulio Cesare durante gli ultimi due anni.
Da parte dei riminesi, non passa mai inosservato l’alto valore morale e civile che rappresenta l’Esercito Italiano nella difesa del territorio.
Il numeroso pubblico e una nutrita presenza di autorità cittadine ha seguito la cerimonia (con il valido accompagnamento della Banda dell’Artiglieria Contraerei dell’Esercito Italiano) conclusasi con la sfilata del gonfalone cittadino provinciale, dei Labari, di varie Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
Era presente anche lo stendardo della mitica Legio XIII Gemina, grazie alla partecipazione di diversi membri dell’omonima associazione culturale. A proposito del Divo Giulio, il consigliere comunale Gioenzo Renzi da tempo si chiede (e gira la domanda al Sindaco) quale sarà il destino della statua di bronzo ospitata in caserma dal 1953.
Nel ’33, dopo essere stata donata dal Duce alla città, l’opera bronzea ha subìto vari traslochi e peripezie: lo spostamento da Piazza Giulio Cesare (oggi Tre Martiri) in un capannone dei vigili del fuoco (’45), successivamente il sotterramento nel greto del fiume Marecchia, il disseppellimento del ’53, quindi la discutibile decisione dell’allora sindaco Ceccaroni di concederla al Reggimento Artiglieria di Rimini, come sostenuto dal consigliere.
Dopo la morte del Comm. Umberto Bartolani che bontà e pazienza sua, tanto ha fatto per Rimini, Gioenzo Renzi ha preso il testimone della battaglia per ricollocare Cesare dentro le mura della città. Tuttavia la pugna pare assumere i volgari connotati del suo diminutivo se, come è vero, dal 1987, anno della prima richiesta di Renzi, le varie amministrazioni comunali succedutesi negli anni non hanno potuto (o meglio, voluto) ancora ottenere il ritorno di Giulio alla primigenia collocazione. E, nonostante un’ennesima formale richiesta di notizie al Sindaco e all’Assessore Sadegholvaad circa la sorte che toccherà al bronzo, ancora non si registrano risposte.
La “damnatio memorie” di Giulio Cesare, come dice Renzi, continua. E’ pertanto sperabile che la vicenda del condottiero romano non assuma i connotati temporali che hanno distinto le guerre puniche. Rimanendo sul fronte degli scontri armati (fortunatamente, solo scenografici), continuano con immutato successo le rievocazioni dell’Associazione culturale Legio XIII Gemina. Dopo avere partecipato alla cerimonia in caserma, alle 21 in punto i legionari, daghe, scutum, vessilli e vestali danzanti, si sono presentati a Castel Sismondo presso l’Arena “Francesca da Rimini”.
Terza e ultima tappa estiva di “Serate ad Ariminum: la riscoperta delle radici romane immerse tra il divertimento e le vicende militari”, il progetto è promosso dall’associazione Legio XIII Gemina (con il patrocinio dall’amministrazione comunale e in collaborazione con il Museo della Città) L”iniziativa ha lo scopo dichiarato di valorizzare gli aspetti storici e culturali di Rimini. Dopo “Deliciis: il divertimento nell’antichità” con danze antiche e combattimenti gladiatori e “Campo Marzio: l’addestramento al combattimento”, è stata la volta della serata “Ai confini dell’Impero: diventa per una sera un legionario”.
I “nostri” si sono affrontati, gladio in pugno, con un gruppo di barbuti guerrieri (e guerriere non irsute) celti appartenenti ad analoga associazione proveniente da Bologna. Lo spettacolo, interessante dal punto di vista storico/culturale, è stato molto apprezzato dal numeroso pubblico presente. Tra eterei veli delle danzatrici, rudi bicipiti e testuggini militari, caligae, lance ed estemporanei arruolamenti di legionari tra il pubblico, la serata è stata come sempre piacevole e istruttiva. Viva l’Italia, viva Giulio Cesare!
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