62 dissidenti hanno accusato pubblicamente l’attuale pontefice di propagare l’eresia. Il papa non può sbagliare. Finché non contraddice gli insegnamenti dei suoi predecessori. Ecco perché in Vaticano sono tutti lontani dal cuore del problema. “Quelli che si definiscono ‘tradizionalisti’ in realtà, sono dei rivoluzionari…”.
“È stato dato scandalo alla Chiesa e al mondo”
Apocalissi vaticana. Quelli che non sopportano il papa ‘guevarista’, alias Francesco/Bergoglio, si sono contati, hanno un nome e una firma e un documento che li accomuna. Il documento, pubblicato sul sito www.correctiofilialis.org, è stato firmato da 62 ‘dissidenti’, tra cui Ettore Gotti Tedeschi, già presidente dello Ior dal 2009 al 2012. Dietro la dicitura devota, correctio filialis, e l’incipit adornato (i dissidenti si dicono “mossi dalla fedeltà a Nostro Signore Gesù Cristo, dall’amore alla Chiesa e al papato, e dalla devozione filiale verso di Lei”), scatta l’accusa, eclatante. Le parole del papa inscritte nell’esortazione apostolica Amoris laetitia, sarebbero all’origine “della propagazione di alcune eresie”. Detto come va detto, è scritto, “È stato dato scandalo alla Chiesa e al mondo, in materia di fede e di morale, mediante la pubblicazione di Amoris laetitia e mediante altri atti attraverso i quali Vostra Santità ha reso sufficientemente chiari la portata e il fine di questo documento”. Cosa non va a costoro? Ad esempio, che i divorziati risposati possano, comunque, accedere all’Eucarestia. Tra le tante cose (il documento va avanti per 26 pagine, lo trovate qui) che si rimproverano a Papa Francesco c’è anche “una simpatia senza precedenti di Vostra Santità per Martin Lutero” testimoniata dall’“affinità tra le idee di Lutero sulla legge, la giustificazione e il matrimonio e quelle insegnate o favorite da Vostra Santità”. In un breve passaggio, per altro, la Correctio sottolinea “i limiti dell’infallibilità papale”. A questo punto, chi ci capisce è bravo. Il papa strizza l’occhio ai divorziati, non è più infallibile e s’accompagna allo scismatico Lutero. “Sa qual è il problema?”. No, mi aiuti a capire. “Che Bergoglio non è che la punta di un iceberg. La massa dell’iceberg è il ‘modernismo’. I firmatari della Correctio, che si dicono ‘tradizionalisti’, in realtà sono dei rivoluzionari. Per usare una immagine politica: appartengono alla destra di uno schieramento parlamentare che comunque si riconosce nel Concilio Vaticano II, il cuore del problema”.
Giovanni Paolo II, Benedetto XVI: papi senza autorità
Don Ugo Carandino non è un ‘tradizionalista’, “preferiamo definirci antimodernisti”, è uno che parla chiaro e sa spaccare il capello teologico in quattro. Classe 1961, torinese, è stato ordinato, nel 1988, da Mons. Bernard Tissier de Mallerais, vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X, quella fondata da Mons. Marcel Lefebvre. Carandino non è un ‘lefebvriano’, è al di là, appartiene all’Istituto Mater Boni Consilii. Incaricato della cura pastorale di Rimini – ma è sempre in viaggio lungo lo Stivale – don Carandino dice Messa presso l’Oratorio San Gregorio Magno di via Molini 8 (qui per saperne di più). Per lui, i firmatari della Correctio sono ben lontani dall’affrontare il cuore pulsante del problema. “Capisco che Bergoglio appaia come un fenomeno a sé, è un ‘estremista’ in tutti i sensi, ma, mi creda, i problemi in seno alla cattolicità non iniziano con l’Amoris laetitia, anzi. Non possiamo dimenticare che in questi ultimi cinquant’anni la Chiesa è stata devastata”. Ci spieghi meglio. “Beh, intanto i firmatari usano due pesi e due misure: sostanzialmente – e gli scritti di molti di costoro lo affermano – accettano il Concilio Vaticano II, salvo poi prendersela soltanto con Bergoglio. Tendono a ridurre il problema a una alternativa manichea: Bergoglio è cattivo, mentre con papa Benedetto XVI tutto andava bene. Questo è un errore che alimenta altri errori. Dov’erano costoro quando fu promulgato il nuovo rito della Messa che ha distrutto il concetto di ‘Santo Sacrificio’? Dov’erano quando papa Giovanni Paolo II baciava il Corano e riuniva tutte le sette religiose ad Assisi? Dov’erano quando papa Benedetto XVI, ancora ad Assisi, chiamava gli atei, sprofondando in pieno agnosticismo modernismo?”. Dunque, l’istituto papale è corrotto in sé… “Io sto dicendo una cosa banale: è impossibile che un papa possa insegnare l’errore, la Chiesa non può che insegnare la verità. Per questo, è assurdo dire che Bergoglio si ‘sbaglia’, oppure, come fanno i lefebvriani, affermare di prendere ‘accordi’ con il papa. Questo non è un linguaggio accettabile. Il papa o è papa o non lo è”. Dunque per lei papa Bergoglio occupa impunemente il soglio di Pietro. “Il problema, ritorno ancora al punto, riguarda il ‘modernismo’. L’8 settembre 1907 San Pio X pubblica l’enciclica Pascendi, in cui dichiara il modernismo la ‘sintesi di tutte le eresie’. Nel 1950 papa Pio XII sottolinea questi insegnamenti attraverso la lettera enciclica Humani generis, che condanna come ‘modernista’ la nouvelle théologie. Ora, morto Pio XII proprio gli esponenti della ‘nuova teologia’ prepararono il Concilio Vaticano II, propagando errori propri del ‘modernismo’. Vede, per diventare papa non basta vestire di bianco e abitare in Vaticano: occorre, se l’insegnamento del papa è infallibile, accogliere gli insegnamenti dei papi precedenti, è impossibile che un papa contraddica gli insegnamenti di un santo padre. Se non si agisce in questo modo, si occupa il soglio petrino senza autorità”.
I ‘tradizionalisti’ creano una mentalità antipapale, errata
In sintesi. Bergoglio non è peggio di chi lo ha preceduto, dal Vaticano II in qua, è soltanto più eccentrico, e i firmatari della Correctio sono dei sempliciotti… “Io non giudico le intenzioni soggettive dei singoli individui, mi limito alle questioni oggettive: se si aderisce al Vaticano II e dunque al ‘modernismo’, se si applica il nuovo diritto canonico e il nuovo rito della Messa, non si vive nella fede autentica. Io esercito l’apostolato nella diocesi di Rimini contro chi occupa la sede episcopale di Rimini; se riconoscessi costui come vescovo autentico di Rimini non potrei agire contro la sua volontà”. E i cosiddetti ‘tradizionalisti’? “Restano sulla soglia. Pensano che il problema sia la Messa con le chitarre o con la musica sacra, ne fanno una questione di ‘abito’. Ma non si può combattere un errore in virtù di altri errori. Il tradizionalismo cattolico che in parte si manifesta nel documento di questa correzione fraterna ha deviato dalla tradizione cattolica, ha creato una mentalità antipapale che va contro la struttura stessa della Chiesa. Una mentalità sovversiva”. In tutto questo, il buon cattolico cosa deve fare? “Il buon cattolico, sbalordito dalla Amoris laetitia, ha tutta la mia comprensione. Intanto, deve studiare il Catechismo Maggiore di San Pio X, perché si continua a parlare di religione senza conoscerne le nozioni più elementari. Poi, bisogna affidarsi al magistero della Chiesa e dei papi, in questo naufragio. La Chiesa è fatta da uomini, ma non sarà mai in crisi”. Nella burrasca, però, ci sono elementi di luce per don Carandino. “Beh, devo dire che l’azione congiunta del disastroso Bergoglio e dell’ambiguo Mons. Bernard Fellay sta aumentando il numero di chi ci segue, che non capisce più gli insegnamenti del Vaticano e non si riconosce più nei lefebrviani”. Chiamalo desiderio di mettersi sulle tracce della ‘fede autentica’, che pare una chimera.
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