Aeradria, la chiusura indagini conferma le pesanti accuse per Gnassi e gli altri 33 indagati

Aeradria, la chiusura indagini conferma le pesanti accuse per Gnassi e gli altri 33 indagati

Associazione a delinquere finalizzata a falsare i bilanci, abuso d'ufficio, reati fallimentari, truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche. Ai

Associazione a delinquere finalizzata a falsare i bilanci, abuso d’ufficio, reati fallimentari, truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche. Ai 34 indagati del fallimento Aeradria è stata notificata la chiusura indagini e le pesanti contestazioni restano confermate. L’associazione a delinquere (insieme alla bancarotta, alla truffa e all’abuso d’ufficio) viene contestata al sindaco Andrea Gnassi, insieme al suo predecessore Alberto Ravaioli, e agli ex presidenti della Provincia Nando Fabbri e Stefano Vitali, così come a Manlio Maggioli in veste di presidente della Camera di commercio, Lorenzo Cagnoni, Massimo Masini, Massimo Vannucci, Alessandro Giorgetti. Per la Procura vanno considerati i decisori delle “strategie atte a dissimulare i contributi pubblici illegittimamente destinati alle compagnie aeree, travisati sotto forma di incentivi a sostegno della promozione delle attività turistiche”. L’inchiesta è giunta ad un punto cruciale, quella che precede il rinvio a giudizio. E il primo ad essere sulla graticola è il sindaco Gnassi, che nell’ipotesi del rinvio a giudizio vedrà seriamente compromessa la possibilità di correre per il secondo mandato, come ha spiegato Maurizio Melucci nella intervista a Rimini 2.0 e come nel partito ormai pensano in diversi: “La vicenda Aeradria non è a tasso di influenza zero”, erano state le sue parole. Anzi, l’incidenza della vicenda giudiziaria sarà molto alta.

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